Soriano nel Cimino

Stemma Soriano nel Cimino
Stemma Soriano nel Cimino

 

Soriano nel Cimino è un comune italiano 8 174 abitanti della provincia Viterbo nel Lazio. Dista 15 chilometri da Viterbo ed è il comune più grande del comprensorio dei Monti Cimini, oltre a essere uno dei più popolosi della provincia Viterbo.

III secolo a.C.

La prima testimonianza scritta relativa al territorio Soriano si ha con Tito Livio, il quale nella sua ab Urbe condita Historia, narra che nel 443 a.C. Soriano fu invaso dalle milizie romane comandate dal console Quinto Fabio Massimo Rulliano; questi, nella guerra contro gli Etruschi, riuscì ad attraversare l’impenetrabile selva” che ricopriva il monte Cimino e dalla vetta contemplò la distesa fertili campi sottostanti popolati e coltivati dagli Etruschi, che sbaragliò con facilità.

Alla fine del III secolo d.C. le popolazioni locali furono evangelizzate da sant’Eutizio Ferento. Dopo il martirio avvenuto durante la persecuzione ad opera di Diocleziano, intorno al 303 – 305 d.C., il santo fu sepolto in una catacomba nei pressi Soriano.

Tra il VI e l’VIII secolo

Tra la fine del VI secolo e l’inizio dell’VIII, molto probabilmente il territorio sorianese fu oggetto delle scorrerie dei Longobardi e proprio dal re longobardo Liutprando il territorio Soriano fu donato al papato, insieme a quelli di Sutri, Gallese, Blera, Bomarzo e Orte.

Tra il VIII e il XIII secolo

Tra il VIII e il XIII secolo gran parte del territorio sorianese appartiene prima ai monaci Benedettini dell’Abbazia Sant’Andrea in flumine (presso Monte Soratte) poi a quelli del monastero di S. Silvestro in Capite di Roma e infine a quelli del convento di San Lorenzo fuori le mura di Roma.

XIII secolo

Durante tutto il Medioevo nel territorio sorianese è elevato il numero dei borghi rurali, prevalentemente modeste dimensioni e composti da poche case riunite intorno a piccoli castelli. Ma dalla metà del XIII secolo comincia ad assumere notevole importanza il borgo Soriano, costruito su una collina attorno alla torre-fortezza della famiglia di Guastapane e Pandolfo probabilmente un ramo della famiglia Porcari Roma.

Nel 1250, i Guastapane, schierati con i guelfi, accolgono a Soriano Rosa da Viterbo, adolescente esiliata con tutta la famiglia da Viterbo per volontà di Federico II, della fazione dei ghibellini. Nel 1278 i Guastapane-Pandolfo sono accusati di eresia e viene loro tolta la baronia Soriano, affidata ad Orso Orsini, nipote di papa Niccolò III. Questo, sin dal 1277 aveva intrapreso la costruzione un castello, intorno alla torre-palazzo dei Guastapane-Pandolfo; e proprio Niccolò III abitò la rocca Soriano nelle estati del 1279 e 1280 e qui vi morì nell’autunno del 1280.

Gli Orsini mantengono il feudo sorianese fino al 1366, quando, sotto il pontificato di Urbano V, lo vendono alla Santa Sede.

XIV e XV secolo

Dal 1379 al 1420 la rocca Soriano è occupata da truppe mercenarie bretoni, scese in Italia per contrastare le popolazioni ribelli alla santa sede ma divenendo poi oppositori del papa e a favore degli antipapi di Avignone, a seguito dello Scisma d’Occidente.

Nel 1431 sale al trono il papa Eugenio IV per volontà degli Orsini, ostici ai Colonna; questi si ribellano al papato alleandosi con Giacomo Vico, signore di Vetralla ed esponente della potente famiglia dei Prefetti Vico. Alla fine del 1431 il borgo e il castello vengono dati in consegna al cardinale Giovanni Vitelleschi e i Colonna si accordano con il papa isolando il Di Vico che viene decapitato sul sagrato della Collegiata Soriano (l’attuale Chiesa Sant’Eutizio).

Nel 1441 la santa sede regola l’ordinamento amministrativo della comunità Soriano: un Fattore o Camerlengo viene posto a disciplina delle rendite e dei beni, un Podestà o Governatore a governo del paese e un Castellano a gestione della rocca.

Tra il 1447 e il 1455, sotto papa Niccolò V, il paese gode un periodo pace: viene redatto il primo statuto comunale, vengono accordati privilegi giuridici e pecuniari alla popolazione e vengono avviate importanti opere urbanistiche, tra le quali il restauro delle mura cinta del paese e la costruzione della fontana vecchia per garantire l’approvvigionamento idrico della popolazione.

Quando nel 1484 sale al trono Innocenzo VIII Soriano viene assegnato in vicariato perpetuo al cardinale Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI, il quale nomina castellano lo spagnolo Didaco de Carvajal.

Il 7 novembre 1489 avviene uno dei fatti più rilevanti della storia del paese, tanto da essere ancora oggi rievocato durante la Sagra delle Castagne: il Carvajal viene ucciso a tradimento dal conte Pietro Paolo Nardini, feudatario di Vignanello, che tenta impossessarsi Soriano insieme a quattro cortigiani suoi complici. La popolazione riesce però a scoprire e catturare il Nardini, che viene ucciso e precipitato dalla torre più alta del castello, e a sconfiggere e mettere in fuga i suoi soldati che, avvertiti dai segnali fatti con una torcia dai traditori dall’alto della torre, stavano accorrendo alla conquista del borgo ma che vengono sconfitti in quella che è passata alla storia cittadina come la battaglia del fosso del buon’incontro.

Il 12 dicembre il papa, per premiare il coraggio e la fedeltà della popolazione, promulga la Bolla d’oro, una deliberazione con cui concede ai sorianesi i frutti e i proventi, prima spettanti alla Camera Apostolica ed autorizzando l’aggiunta del motto Fidelitas sullo stemma cittadino.

Soriano nel Cimino
Soriano nel Cimino