Celleno

Stemma Celleno.

Un dato sulle origini questo antico insediamento ci viene dato da Dioniso d’Alicarnasso. Nei suoi scritti Dioniso sostiene che la città fu fondata da Italo in memoria sua figlia Cilenia molti anni prima della fondazione Roma. Certo, non è un dato da prendere alla lettera ma possiamo benissimo supporre la presenza un primitivo nucleo nel territorio cellenese prima dell’avvento Roma.

Nell’Ottocento sono state scoperte diverse necropoli che presentano due tipi sepolture: una, la più antica, a fossa, provvista loculo laterale per l’inserimento del sarcofago per il corredo, e l’altra con camera sotterranea completamente scavata nel banco tufaceo. Contesti funerari questo genere sono stati segnalati a più riprese in varie località prossime alla rupe Celleno Vecchia, ed in alcune occasioni hanno restituito correfunerari ricchi reperti, attribuiti cronologicamente ad un periodo compreso tra il VII e il VI sec. a.C. Sia la conformazione del pianoro, una stretta lingua tufacea protesa nella valle e definita da scoscesi pendii su quasi l’intero suo perimetro, sia la dislocazione del sepolcreto Madonna della Cava nell’immediata periferia del paese, lungo il crinale accesso proveniente da ovest hanno da sempre suffragato l’ipotesi ubicare l’insediamento più antico nello stesso sito successivamente occupato dal borgo medievale. Alcuni sepolcreti sono stati infatti segnalati sulle alture Poggio del Prete, Poggio Canuto e Monte Pianeto. I reperti sono conservato al Museo nazionale etrusco Villa Giulia.

1) Vaso biconico d’impasto ad anse differenziate da una tomba a fossa della necropoli Poggio del Prete (metà del VII sec.a.C.);

2) Oinochoe frammentaria in bucchero nero con decorazione excisa da una tomba a camera della necropoli Poggio Canuto (fine del VII-prima metà del VI sec.a.C.);

3-6) Ceramiche etrusco-corinzie del “Gruppo Celleno” rinvenute nella tomba cui sopra (prima metà del VI sec.a.C.)

Dagli Etruschi alla dominazione romana

Per trovare dati certi sulla nascita Celleno bisogna affidarsi ad alcuni ritrovamenti che testimoniano la presenza un piccolo centro abitato sul colle a partire dal VII secolo a.C. Nel periodo etrusco il borgo fungeva da importante via comunicazione tra i Volsini (Orvieto) e Ferento. Si trovava, così, proprio sull’asse che collegava questi due importanti centri. Come tutte le città etrusche anche Celleno Antica subì la sorte essere sottomessa ai romani. Alla fine lunghe e sanguinose battaglie per contrastare l’avanzata del potente dominio Roma, la città cadde in mano nemica nel 264 a.C. Nonostante i saccheggi la struttura della città venne risparmiata. Infatti, i romani la consideravano un importante punto strategico che poteva essere usato come base per le future conquiste.

Dalla caduta dell’Impero Romano al feudalesimo

Così, i nuovi dominatori ampliarono la rete viaria intorno alla città che divenne ben presto un’importante direttrice per i traffici che provenivano dalla media valle del Tevere diretti verso Montefiascone e la stessa Roma. Durante il periodo in cui l’Impero Romano cadeva sotto le pressioni delle invasioni germaniche Celleno Antica fu teatro innumerevoli scorrerie da parte dei Goti e soprattutto dei Longobarche la saccheggiarono a più riprese. Una data importante per la città è il 774 d. C. quando Carlo Magno sconfisse i Longobare la riconsegnò alla giurisdizione della Chiesa.

Medioevo

Le prime specifiche notizie riguardo alla fondazione del castello Celleno risalgono all’anno 1026 quando Corrado II Il Salico concesse questo territorio alla famiglia Conti Bagnoregio, che ne fece un avamposto strategico per il controllo della zona; all’inizio del XII secolo il castello Celleno risulta incluso nell’elenco dei luoghi alleati della Chiesa contro la minaccia imperiale. Entro la fine del secolo successivo l’insediamento fortificato passò sotto l’egemonia del potente Comune Viterbo e così rimase coinvolto in varie vicende belliche del territorio, quali la distruzione Ferento e la disputa con la città Orvieto. Costituitasi intanto libero Comune, Celleno continuava la sua storia alleanze con Viterbo, impegnandosi nelle dure dispute con Roma. Durante il Trecento il castello conobbe le alterne vicende della rivalità tra Guelfi e Ghibellini;

Il periodo rinascimentale e Celleno Nuova

Con Gregorio XIII inizia così il periodo in cui la città è fatto un possedimento papale. Nel 1457 vi regnò papa Callisto III e nel 1572 papa Innocenzo XI. Ormai in ombra e non più grande centro traffici come in età etrusca e romana, Celleno Antica subì nel 1696 un devastante terremoto che danneggiò seriamente le strutture sia pubbliche che civili. Con molta probabilità la valle che si trova alle porte del borgo antico, e che ancora oggi possiamo notare, si formò proprio durante questo terribile terremoto che lasciò isolato il centro Celleno Antica dal territorio circostante.

Quasi un secolo dopo Celleno Antica pagò un forte tributo sangue durante la dominazione francese quando nel 1789 perse durante una cruenta battaglia più cento uomini. Ma le disavventure per questo martoriato borgo non finiscono con questo episodio. Tra il 1832 e il 1833 un’epidemia febbre petecchiale provocò circa 40 morti e, un ventennio dopo, precisamente nel 1855, un’altra forte scossa terremoto, seguita da altre 54, come si legge dagli archivi, diede il colpo grazia alla popolazione costretta ad abbandonare il paese per spostarsi a circa un chilometro e costruire, in località Le Poggette, la nuova Celleno.