Il Castello dell’Abbadia Vulci

All’interno della vasta area del Parco Naturalistico Vulci, si trova il Castello Medioevale dell’Abbadia sede del Museo Archeologico e raggiungibile attraverso lo spettacolare Ponte del Diavolo.

Il castello, in origine, era un’abbazia benedettina (da cui il nome), dedicata a san Mamiliano: la sua posizione strategica nella zona tra Stato Pontificio e Granducato Toscana e l’importante arteria su cui vigilava il ponte, rendevano l’edificio conteso e appetibile. Infatti, dal XII secolo in poi, gli Aldobrandeschi, Orvieto e i Prefetti Vico se lo contesero aspramente modificandone l’aspetto e trasformandolo in castello fortificato, in forma trapezoidale e con torre vedetta.

Nel 1430 Ranuccio Farnese il Vecchio ebbe il maniero in feudo e nel 1513 il cardinale Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, lo ebbe in vitalizio e vi dimorò piacevolmente quando gli impegni da porporato lo permettevano.
Il futuro pontefice modificò la struttura esterna ed interna del castello nella maniera in cui lo si vedrà nei secoli futuri.
Nel 1537 l’Abbadia fu inserita nel Ducato Castro che il papa Farnese aveva appositamente costituito per il figlio Pier Luigi: rientrò nello Stato della Chiesa nel 1649 dopo la distruzione della città.

Nel periodo napoleonico il castello fu assegnato a Luciano Bonaparte, fratello dell’imperatore, come principe di Canino. In seguito passò ai Torlonia, ma nel corso dell’Ottocento, vista la sua posizione decisiva, fu adibito a dogana pontificia.
Dopo anni incuria il complesso fu incamerato dallo Stato italiano e diventò la sede del Museo Archeologico Nazionale Vulci.

Originariamente, oltre a permettere superare il fiume, il ponte aveva la funzione di sorreggere l’acquedotto romano che portava l’acqua alla città Vulci. In seguito, durante il medioevo, fu modificato per adattarlo alle esigenze difensive del castello.

All’interno del Museo Archeologico Vulci, troverete molti reperti provenienti dalla Necropoli (tra cui la celebre Tomba François) e da tutta l’area del parco.